
Magari il Piave è ancora «calmo e placido», piuttosto sono i fanti a mormorare irritati. E non solo loro, l’Esercito Italiano: anche l’Aeronautica Militare, i Carabinieri e la Marina. Divise di terra, di cielo e di mare che oggi dovrebbero festeggiare in parata dietro al ministro della Difesa Ignazio La Russa la “Giornata delle Forze Armate” e il “90° anniversario dell’Unità Nazionale”, ma che invece sono in subbuglio e davvero arrabbiati. «Perché la festa, quella vera - ironizza un militare con più di qualche grado - ce l’hanno già fatta: in Finanziaria». Frutti avvelenati della cura dimagrante imposta dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti che a colpi di forbice ha tagliato alla cieca i bilanci di tutti i ministeri, Difesa incluso. E per le Forze armate il risultato è da fame: -838,1 milioni di euro nel 2009 rispetto all’anno in corso e un progressivo snellimento che porterà gli stanziamenti della Difesa a 18,9 miliardi nel 2011 contro i 21,1 del 2008. Dati che non circolano clandestini su blog e newsletter ma che il ministero ha messo nero su bianco nella propria nota illustrativa alla Finanziaria. E il saldo ampiamente negativo, hanno scritto gli uffici della Difesa, «rischia di compromettere irrimediabilmente le capacità produttive». Particolarmente complicata la situazione per la funzione Difesa, dove le previsioni di spesa per il 2009 registrano -7% rispetto al 2008 (14.339 milioni contro i 15.408, lo 0,87% del Pil rispetto all’1,42% di media europea). Meno 7% nel prossimo anno anche per le spese per il personale militare e civile, una sforbiciata che salirà al 40% a decorrere dall’anno 2010 per le risorse «destinate alla professionalizzazione». Soldi che, in pratica, metteranno in discussione sia l’assunzione di nuovo personale che la stabilizzazione dei «precari» che già da anni vestono la divisa. Non sono migliorinemmeno le notizie riguardo al settore “esercizio”, ossia a quei fondi che servirebbero per la manutenzione dei mezzi e l’addestramento del personale. Il condizionale però, a leggere i segno negativi, è d’obbligo: -775,3 milioni rispetto al 2008 (-29,1%). E cosi, hanno scritto gli uffici della Difesa, i fondi «risultano assolutamente insufficienti per assicurare, sia pure al minimo livello, le attività di addestramento e formazione, le attività manutentive, scorte di materiali per uno strumento aderente agli impegni nazionali oltre a quelli Nato/Ue/Onu». Perché di questi ritmi, prosegue l’analisi ministeriale, c’è «il rischio di un progressivo decadimento operativo con una riduzione prossima all’azzeramento delle esercitazioni, delle ore di moto e di volo». E il calcolo è presto fatto: grazie ai nuovi tagli imposti dal governo, infatti, nel 2009 «l’Esercito potrà svolgere circa 2.880 esercitazioni a fronte delle 7.500 del 2008. La Marina disporrà di circa 29.800 ore di moto a fronte delle 45.000 del 2008. L’Aeronautica potrà effettuare circa 30.000 ore di volo a fronte delle 90.000 del 2008». Niente male se si considera che soltanto poche settimane fa, nella relazione annuale del 2008 al parlamento, il ministero della Difesa denunciava che «il livello addestrativo complessivo è sceso ampiamente sotto il livello di guardia». Per correre ai ripari, allora, altri tagli. Anche alla manutenzione, giusto perché non si ripetano più casi simili a quello dell’incidente capitato due settimane fa in Francia ad un elicottero dell’Aeronautica italiana che ha causato la morte di otto militari. Così se nel 2009 il livello di efficienza sarà garantito per una percentuale di mezzi fra il 45 e il 65%, nel 2012 si arriverà ad un numero «prossimo allo zero». E anche questo, è scritto nero su bianco sui documenti ministeriali. «In pratica - scherzava amaramente proprio ieri un alto esponente della Difesa - è come avere una Ferrari e non i soldi per mettere la benzina o cambiare le gomme». E per il futuro, le cose difficilmente potranno migliorare visto che, in assoluta coerenza con quanto fatto ad esempio per la ricerca, il governo ha deciso di tagliare 750 milioni di euro (-22,1%) ai fondi del settore “investimento”. Una scelta che secondo i tecnici del ministro la Russa causerà «un forte rallentamento dell’adeguamento tecnologico della Difesa». Dati che non lasciano troppi dubbi sul futuro che attende le Forze Armate italiane. Tagli che colpiscono «in modo particolare il settore del personale e dell’esercizio - si legge nella relazione scritta dal ministero della Difesa - destinati nei due anni successivi a raggiungere condizioni di degrado tali da risultare difficilmente recuperabili, con conseguenti riflessi anche sugli impegni internazionali, sia in termini di presenza negli Organismi e comandi permanenti, sia per quanto attiene al contributo di Forze permanentemente date disponibili a Nato/Ue ed alla partecipazione di Missioni all’estero». Un grido d’allarme altissimo di fronte al quale, per logica e coerenza, un ministro dovrebbe dimettersi in polemica con il proprio governo. E La Russa invece che fa? Si mette da parte un fondo di 3 milioni di euro, sottratti al bilancio della scuola, e ci organizza la festa di chi invece non avrebbe proprio nulla da festeggiare. Una scelta che ha fatto infuriare sia le rappresentanze sindacali delle Forze Armate, i Cocer, che molte divise. «La manifestazione conclusiva di Roma - si è difeso La Russa - vedrà la partecipazione di Andrea Bocelli, Fabrizio Frizzi e Rita Dalla Chiesa, bande e 150 tra orchestrali e coristi e avrà un costo di 300mila euro. Altri 200mila andranno per la comunicazione istituzionale e 250mila per l’occupazione del suolo pubblico».
Massimo Solani, l'Unità 4 novembre