lunedì, dicembre 11, 2006

Liberiamo la vita

Coppie di fatto, eutanasia..... ogni giorno che passa capisco di essere sempre meno in sintonia con questo paese. O forse dovrei dire con i sui rappresentanti politici. Molti dei quali sono pronti a sventolare la bandiera del cattolicesimo come brandissero una clava, usando ragionamenti morali e scelte etiche non per orientare il proprio cammino di vita ma per costringere quello degli altri all'interno di stretti vincoli che loro stessi vogliono imporre. Non sono cattolico, anzi a dire il vero non sono proprio credente, ma penso che non basti credere in una entità spirituale ultraterrena per imporre vincoli e diktat anche a chi avrebbe tutto il diritto, piuttosto, di scegliere diversamente per la propria vita. Perché altrimenti la religione e la morale diventano fondamentalismo, e il fondamentalismo religioso è sempre uguale a se stesso. A Roma come a Kabul.

Dico questo perchè nelle ultime settimane mi ha molto colpito la vicenda d Piergiorgio Welby, malato di distrofia da decenni e tenuto in vita dalle macchine che lo fanno respirare e lo nutrono. Piergiorgio la sua decisione l'ha presa: vuole morire. Ha chiesto aiuto al presidente della Repubblica Napolitano e a tutti coloro che gli sono stati vicini in questi anni di malattia. Eppure il suo grido disperato continua a rimbalzare fra palazzi della politica e le stanze vaticane senza ottenere ascolto. Le televisioni ne parlano, la politica ne parla, ma intanto il tempo passa e Piergiorgio sta ogni giorno peggio. Non lo conosco, ma conosco da molto vicino una persona che oggi soffre in un letto in attesa della morte. Ho guardato negli occhi quella persona un tempo così piena di vita e ho capito che la vita è un diritto, non può essere un dovere. Specie se a importi il dovere è qualcuno che non ti conosce, che non conosce le tue sofferenze, il tuo amore per la vita e la tua voglia di farla finita con una cosa che vita non è più. Non conosco Piergiorgio, e mi piacerebbe potergli essere d'aiuto, Ma c'è un solo modo per aiutare lui e scuotere le coscienze sui casi dei tanti Piergiorgio che in ogni parte d'Italia muoiono un pò alla volta in un letto troppo scomodo.

Sono disposto a staccare la spina a Piergiorgio. Lo dico sul serio.

Sono disposto ad esaudire il suo ultimo desiderio, indipendentemente dalle conseguenze penali che questo comporterebbe. Non mi spaventa il carcere, se la mia reclusione significa la libertà di Piergiorgio. Di Piergiorgio oggi e di chissà quanti come lui domani.
Perché la gente si indigni, una volta per tutte. E per tutti.

Questo blog è uno spazio troppo piccolo per lanciare appelli, ma se qualcuno è d'accordo con me lo dica, lo scriva, lo gridi. Quella spina, in caso, la staccheremo tutti insieme.

Nessun commento: