martedì, aprile 22, 2008

Ma dove viviamo? Anzi, ma dove vivono?

Tg2 ore 20:30. Un servizio sull'allarme sicurezza, poi un altro sulle misure allo studio del futuro governo (che non c'è ancora, ma studia!) per inasprire le pene contro l'emergenza criminale. E ancora: meravigliosa carrellata sulle armi da difesa da portare in borsetta (spray urticante, pistola elettrica e ammenicoli di questo tipo) e sui corsi di autodifesa "che ogni donna dovrebbe fare, e sono sempre di più quelle che si iscrivono".
A volte mi chiedo davvero se l'Italia in cui vivo, la Roma in cui abito, sia lo stesso posto descritto da certi telegiornali e da certa stampa. No, davvero. Perché il paese che io conosco ha tanti problemi, non ultimo quello della sicurezza, ma non è il bronx di cui parlano tanti media. Guarda caso in piena campagna elettorale. Sarà mica che qualcuno vuole prenderci in giro battendo sul tasto della paura? Sarà mica che qualcuno ha tutto l'interesse a far passare l'Italia per una specie di landa desolata senza legge a cui serve soltanto una guida sicura, forte a autoritaria. E questo a spregio delle statistiche che raccontano invece tutt'altra storia, con i reati in calo e la situazione in linea con l'Europa. Leggere per credere, ma è solo un esempio
Rabbrividisco e mi spavento. Mi spavento vedendo che c'è gente che non si fa problemi a creare un clima di guerra, a spargere terrore e diffidenza verso gli estranei. Verso gli stranieri soprattutto, meglio ancora se extracomunitari. Elettorale è il terrore, concretissimo il rischio della barbarie di un far west legalizzato.
Del resto, se il futuro ministro dell'Interno si spinge persino ad invitare i cittadini a creare ronde notturne, cosa attendersi di buono?
Cosa aspettate allora? Chiudetevi in casa e accendendete la tv.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Vallo a dire a quello cui hanno ammazzato la moglie a Tor di Quinto, e a tutti i romani che si devono abituare a vedere le baraccopoli lungo il tevere...
Come vi brucia ora che di Romano non avete più neanche il sindaco.

Max ha detto...

A me brucia solo vedere che si distorce l'informazione per fini politici. Mi brucia che telegiornali asserviti agli interessi politici di qualcuno non raccontino la verità ma preferiscano far passare le nostre città come le peggiori periferie del terzo mondo, dove si rischia in ogni momento di essere uccisi, stuprati, malmenati.... Mi brucia che i veri dati e le vere statistiche non le pubblichi nessuno. perché fa più notizia istillare terrore e sensazionalismo. Mi brucia che non si parli di chi uccide davvero e ogni giorno, come le mafie, senza che nessuno ne parli. Se a te non brucia, problemi tuoi.
Liberop io di indignarmi, libero tu di tenere la testa sotto alla sabbia.
Ti saluto

Anonimo ha detto...

Informazione distorta come il falso dato sul deficit pil che girava poco prima del crollo del governo-accozzaglia Prodi?
Paragonare poi i dati della sicurezza con quelli di Londra (per rimanere in europa) è una vera barzelletta, poco divertente però.
Pochi sanno, o si fa finta di non sapere, che lo sbilancio tra reati denunciati e reati scoperti è basso solo perché la gente è stufa di perdere mezze giornate in questura per denunciare il furto di un oggetto che non verrà mai ritrovato, oggigiorno ci va solo chi ha un'assicurazione. E questo non per l'inezia o l'inettitudine della polizia ma per la mancanza di supporto logistico da parte delle amministrazioni.
Vuoi parlare di mafia? lo sai che il governo appena caduto mandava in giro le scorte ai collaboratori senza la benzina e la polizia se la doveva pagare di tasca propria? Senza parlare del doversi pagare, sempre di tasca propria, i parcheggi custoditi nelle città mentre il collaboratore era a dibattimento...
Se vogliamo parlare di dati e verità, facciamolo pure, ma con il grandangolo.

Max ha detto...

Bhè, i dati relativi a Pil-Debito Pubblico li ha dati l'Europa, non la stampa italiana. Non a caso è stata sospesa la procedura di infrazione che la Ue aveva aperto contro l'Italia ai tempi del governo Berlusconi. Se ti sembra una bufala... ma non è questo il punto. Non è mia intenzione difendere un governo piuttosto che l'altro (anche se la mia posizione è piuttosto chiara, e mi fregio dell'onesta di ammetterlo) quanto piuttosto riflettere su come certa stampa sia "distorta" e tutta tesa a creare una realtà virtuale, che non ha corrispondenti in quella che noi viviamo tutti i giorni. E lo fa soltanto per fini politici. i dati sulla criminalità in Italia ci sono, e dimostrano un trend positivo (che non significa che il problema non esista, significa che è decisamente meno grave di quanto non descrivano Studio Aperto e il Tg4). Eppure nessuno lo ha detto, nessuno lo ha scritto. Tirando la volata a chi sull'allarmismo della sicurezza percepita, e non quella reale, ci ha giocato una intera campagna elettorale.
A tal proposito mi permettodi consigliarti due libri illuminanti: la scomparsa dei fatti, di marco Travaglio; Il mercato della paura, di Carlo Bonini e Giuseppe D'Avanzo.
Torniamo a noi. La distanza fra denunce e reati esiste. Ma non da oggi, bensì da tempo. E non credo sia cambiata negli ultimi due anni... Esattamente come il dramma degli scarsi finanziamenti alle forze di polizia: questione annosa (mi ricordo che poco prima delle elezioni del 2006 la polizia, compresi i sindacati di destra, manifestò contro il governo Berlusconi per questo) imputabile alla miopia di moltissimi governi. Compreso quello Prodi, compreso quello Berlusconi. Eppure si parla come se certi drammi esistano soltanto da due anni.
Hai ragione, se vogliamo parlare di dati e verità facciamo col grandangolo. Ed è esattamente quello che intendevo fare quando ho scritto quel post. Sono felice, almeno, che sia servito a discutere. Come vedi, se affrontiamo le questioni reali e i problemi veri del nostro povero paese, le distanze politiche si riducono. E restano i problemi e le cicatrici. Che sarebbe ora di cominciare a sanare, chiunque governi. Oggi come domani.
Ti saluto