giovedì, maggio 22, 2008

Nuove norme sull'immigrazione. Tribunali e carceri a rischio caos

Esiste già in Francia e Germania, e presto esisterà anche in Italia. Ma la possibilità che nel nostro ordinamento venga inserito il reato di immigrazione clandestina, in queste ore, desta più di qualche perplessità. O forse sarebbe meglio dire allarme. Perché su una cosa tutte le critiche convergono: la nuova norma è insostenibile per il sistema italiano e contribuirà a rendere ancora più esplosiva la situazione dei tribunali e delle carceri. Oberati di processi che durano anche decenni, i primi, ormai di nuovo al collasso dopo la boccata concessa dall’indulto i secondi.
Da qui la preoccupazione di gran parte delle toghe italiane in questo momento. Arrestare, processare e condannare i cittadini extracomunitari che verranno denunciati per immigrazione clandestina, infatti, comporterà un aggravio di lavoro incredibile, stimabile in decine di migliaia di processi ogni anno se solo si considera che, secondo stime approssimative, sarebbero ben più di un milione i clandestini presenti sul territorio italiano. Numeri che potrebbero rappresentare la pietra tombale sul sistema giustizia italiano. Pachidermico e già lentissimo, come testimoniano i 2900 ricorsi pendenti (dato aggiornato al 31 dicembre del 2007) davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo contro lo stato italiano per la durata eccessiva dei processi. Un dato inevitabilmente destinato ad aggravarsi se solo si riflette sulle carenze di organico più volte denunciate dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Ma imprevedibili sarebbero anche le ricadute che il nuovo reato di immigrazione clandestina potrebbe avere sulla situazione carceraria italiana, soprattutto in considerazione del fatto che già adesso gli extracomunitari detenuti in Italia sono quasi 20mila, poco meno del 50% dei circa 49mila detenuti ristretti nelle strutture carcerarie italiane (dati, fonte Dap, sono aggiornati a fine 2007). E la prevedibile ondata di nuovi arresti farebbe definitivamente saltare il tappo ad una situazione che, dopo i mesi di respiro concessi dall’indulto varato nel luglio 2006, è di nuovo drammatica con la capienza totale delle strutture già di nuovo superata: perché se al momento dell’approvazione dell’insulto i detenuti erano 60mila, a fronte di una capienza totale che si aggira attorno ai 43mila posti, oggi la cifra è tornata di nuovo ad oscillare attorno alle 50mila unità.
Ultimo punto di criticità, e non certo per importanza, quello relativo alle forze dell’ordine che saranno impegnate a controllare sulla strada per far rispettare le nuove norme sull’immigrazione. Una aumentata mole di lavoro che comporterà, ovviamente, un nuovo e pesante carico di lavoro. Una prospettiva certo non rosea se si considera che il 30 maggio 2007, in audizione davanti alla commissione affari costituzionali della Camera, l’allora viceministro dell’Interno Marco Minniti aveva analizzato la situazione degli organici delle tre principali di forze di polizia (polizia di stato, carabinieri, e guardia di Finanza) spiegando che «sono sotto organico mediamente del 10% - come si legge nella bozza del documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia -. Per colmare il vuoto bisognerebbe assumere tra i 25.000 e i 30.000 operatori di polizia». Una prospettiva non attuabile, almeno nel breve periodo. E intanto i problemi aumentano. A Napoli per esempio, ne dava notizia la Stampa di ieri, le forze dell’ordine non riescono a smaltire le ordinanze di arresto. Millecinquecento ne giacciono sulle scrivanie di gip, con richieste vecchie anche di tre anni.


Massimo Solani, l'Unità 22 maggio

lunedì, maggio 19, 2008

Boniver-Realacci, dove sta l'errore?

Non vorremmo ma torniamo ad occuparci di lei, e non solo. Perché c'è parecchio che non mi torna in questi giorni, specialmente nei comportamenti del centro sinistra d'opposizione. Prendiamo l'ultima geniale sparata dell'onorevole Margherita Boniver, Pdl, che ha proposto di far pulire l'immondizia napoletana agli immigrati clandestini in cambio di un regolare permesso di soggiorno. Una trovata che persino la Lega ha liquidato come "schiavista". «Con le sue parole - ha commentato il senatore del Carroccio Alberto Filippi - si è toccato il fondo della serietà e l'apice dell'idiozia». Commenti simili da tutti i partiti del cetrodestra. Fin qua, a parte le farneticazioni della sosia di Crudelia Demon, niente di strano.
Poi uno si aspetta che il centrosinistra reagisca indignato senza risparmio di iperboli. E invece... e invece poi capita di leggere le parole di Ermete Realacci (ministro ombra dell'ambiente, o ombra di un ministro dell'Ambiente?) che con un buffetto bonario liquida tutto come "una boutade". Ohibò! Addirittura una boutade? Roba che trasuda umanissima indignazione... Ma l'opposizione, in questo clima di grande dialogo e inciucio striscinate, esiste ancora? Nel caso, qualcuno lo spieghi a Realacci.

martedì, maggio 13, 2008

Tornano le frasi intelligenti

L'onore di riaprire la rubrica dopo la pausa elettorale spetta a Margherita Boniver, deputata del Pdl. Queste le sue parole: «Colpire uno per educarne cento. Dopo l'indicazione della prima commissione del CSM di allontanare Clementina Forleo dal Tribunale di Milano per incompatibilità rimane il sospetto. Anche Tiziana Parenti, anni fa, era stata allontanata da Milano perchè "fuori linea". Ieri la Parenti oggi la Forleo erano impegnate ad indagare sui conti PCI-PDS».
Qualcuno spieghi alla sosia di Crudelia De Mon che, nella sua veste di giudice per le indagini preliminari, Clementina Forleo non conduce alcune inchiesta.

lunedì, maggio 12, 2008

E io sto con Marco Travaglio

Credo che questo paese e i suoi rappresentanti politici non smetteranno mai di fornirmi motivi per essere incazzato. E incredulo. Prendiamo il caso della partecipazione di Marco Travaglio alla trasmissione "Che tempo che fa..." di Fabio Fazio. Da sabato sera è un diluvio di dichiarazioni indignate, di scandalizzate prese di posizione e di richieste di intervento contro il giornalista. Che ha osato ricordare le frequentazioni in odore di mafia del neo presidente del Senato Renato Schifani. Apriti cielo! Sembrano tornati i tempi dell'editto bulgaro...
Ma che cosa ha detto di tanto grave Travaglio? Cose che sono già state scritte e più volte in passato, ma che evidentemente in Rai non si possono dire. Alla faccia della libera informazione. Ma quello che mi scandalizza non sono tanto gli strepiti della destra, ansiosa di avere un buon motivo per fare piazza pulita in Rai e mettere ai posti di comando i proprio fedelissimi. In fondo li conosciamo, so gli stessi che hanno fatto fuori dalla rai Biagi, Santoro e Luttazzi. Mi fa tristezza e rabbia, piuttosto, la sponda che molti uomini del centro sinistra (Anna Finocchiaro in primis, che delusione) hanno volontariamente fornito ai peana della maggioranza.
Ciò che mi sfugge, però, è dove stia lo scandalo. Travaglio è un giornalista, e per di più bravo. Dobbiamo dedurne che in Rai è vietato ai giornalisti riferire notizie e fatti accertati? Ditelo subito, che ci mettiamo l'anima in pace e celebriamo il funerale all'informazione pubblica. Dicono: non si possono lanciare certe accuse senza contraddittorio. Ommammasantissima... anche se quei fatti sono stati già scritti in due libri (I complici, di Lirio Abbate e Peter Gomez; Se li conosci li eviti, di Marco Travaglio e Peter Gomez)? Francamente, mi sembra patetico. E non credo che in nessun altro paese del mondo, almeno libero, succedano certe cose.
Che poi, mi viene da pensare, se tanto sdegno fosse stato suscitato dalle espressioni poco educate usate da Travaglio gratuitamente nei confronti di Schifani (gli ha dato della muffa, del lombrico) , potrei anche capire. Ma no, nessuno s'è indignato per quello. La pietra dello scandalo è l'aver detto che Schifani, in passato, era intimo amico di ben noti mafiosi. Un dato di fatto, una realtà che è agli atti di più di una inchiesta. Ma allora dov'è il problema? Sarà mica che certe cose non si possono più dire? E perché il partito Democratico si è affrettato a difendere a spada tratta Schifani attaccando un giornalista che fa soltanto il suo lavoro, e per di più bene?

Mala tempora currunt.

venerdì, maggio 09, 2008

Governi e ombre

Con questo caldo ci voleva proprio un bel governo ombra.

La scritta, geniale, campeggiava anni fa su un muro di via Prenestina. La vedevo passando ogni mattina col tram e in cuor mio ero convinto che certi ghirigori politici appartenessero ad un passato (remoto) da prima Repubblica.
Mi sbagliavo.

Chiamatelo governo ombra, chiamatelo shadow cabinet (sic!), chiamatelo come volete. Basta che qualcuno mi spieghi a cosa serve... Risposte, commenti, frizzi e lazzi sono ben graditi. Soprattutto i frizzi e i lazzi. Che tutto mi pare meno che una cosa seria.

lunedì, maggio 05, 2008

Un buon esordio, non c'è che dire

Avevo molto apprezzato l'equilibrio e la sensibilità istituzionale dimostrate dal nuovo presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo discorso di insediamento. Avevo apprezzato dando un bel calcio ai pregiudizi che nutrivo sul leader di An eterno delfino di Berlusoni. Poi però succede che Fini vada a Porta a Porta nella sua nuova veste di terza carica dello stato e che gli scappi di dire che sono «molto più gravi» le contestazioni dei giorni scorsi della sinistra radicale contro la Fiera del libro di Torino (quando vennero bruciate alcune bandiere israeliane e statunitensi) rispetto a quanto hanno fatto a Verona cinque bastardi neonazisti. Bruciare una bandiera insomma (atto stupido e deprecabile, sempre) per il presidente della Camera è più grave che non ammazzare di botte senza alcun motivo un ragazzo che cammina per strada. Complimenti, complimenti davvero.
Sono cose come questa che mi rafforzano ogni giorno di più nei miei pregiudizi. Il vestito buono e la carica istituzionale, evidentemente, non bastano a cambiare certe teste.