venerdì, febbraio 22, 2008

De Magistris, la condanna e le motivazioni

«Gravi violazioni», «negligenze inescusabili», e illeciti disciplinari che costituiscono «trasgressioni palesi ai doveri di correttezza». E poi lesioni «alla dignità e all’onore» delle persone. È con queste pesanti accuse che la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha motivato la sentenza con cui lo scorso 18 gennaio ha disposto il trasferimento dalla sede e dalle funzioni, con annessa sanzione della censura, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi De Magistris. Una sentenza lunga 39 pagine e depositata tre giorni fa dal relatore, il togato Giulio Romano, contro la quale il magistrato napoletano ha già annunciato di voler presentare ricorso davanti alle sezioni unite della Cassazione. «Sono fiducioso - commentava infatti ieri De Magistris - che si farà piena luce su questa decisione cosi profondamente ingiusta, e che la sentenza verrà totalmente riformata; così come sono molto fiducioso che l’autorità giudiziaria accerterà fino in fondo l’intera verità».
Una vicenda disciplinare lunga e complessa, iniziata con le ispezioni ministeriali e con la richiesta dell’ex Guardasigilli Mastella (indagato dallo stesso De Magistris nel fascicolo “Why Not”) del trasferimento cautelare d’ufficio del pubblico ministero di Catanzaro. Una richiesta non accettata, scrive la Disciplinare, perché «non paiono ricorrere motivi di particolare urgenza». Per quanto riguarda invece il ruolo di pubblico ministero che De Magistris dovrebbe lasciare, si legge invece nella sentenza, «va rilevato che la condotta tenuta, poiché rivelatrice di non adeguata attenzione al rispetto di regole di particolare rilievo nonché di insufficienti diligenza, correttezza e rispetto della dignità delle persone, si palesa incompatibile con l’esercizio» del ruolo di sostituto procuratore. Ma c’è di più: la Disciplinare infatti, nonostante il procuratore generale della Cassazione Vito D’Ambrosio non ne avesse fatto richiesta, ha infatti deciso che De Magistris debba lasciare anche il tribunale del capoluogo calabrese. E questo perché, secondo la Commissione, le difficoltà di rapporto fra il magistrato e i colleghi «inducono a ritenere che pure la permanenza dell’interessato in un altro ufficio di Catanzaro non favorisca il buon andamento dell’amministrazione della giustizia». Ma la disciplinare decise anche di respingere la richiesta formulata da D’Ambrosio per la sanzione della perdita di anzianità in virtù, si legge nella sentenza, «della accertata laboriosità dell’interessato, pur nelle difficoltà in cui si è trovato ad operare».
Un giudizio indubbiamente severo quella della Disciplinare, che imputa a De Magistris l’avere predisposto atti di indagine (come il decreto di perquisizione a carico del pg di Potenza Tufano) senza averne avvertito l’allora procuratore di Catanzaro Mariano Lombardi, di aver tenuto segrete in un armadio blindato le iscrizioni nel registro degli indagati del senatore di Forza Italia Pittelli e del generale della Gdf Cretella Lombardi e di aver trasferito alla procura di salerno, con una «iniziativa irrituale», l’intero fascicolo dell’inchiesta “Poseidone” che gli era appena stato revocato. Ma di fronte alla Disciplinare De Magistris paga anche la lesione «alla dignità, all’onore e al decoro» di due magistrati di Potenza, commessa avendo riferito in un atto (l’ordinanza di perquisizione a carico di Tufano) di una loro presunta relazione extraconiugale «in base ai sentito dire» e senza aver «compiuto gli accertamenti necessari».

Massimo Solani, l'Unità 22 febbraio

Per tutti coloro che volessero leggere le motivazioni della condanna, cliccando qui troverete il pdf integrale del testo. Buona lettura.

venerdì, febbraio 15, 2008

Verità deviate

Probabilmente non finirà alla stessa maniera, ma la vicenda di Gabriele Sandri oggi somiglia un pò di più a quella di Carlo Giuliani, ucciso a Genova durante gli scontri del G8 del luglio 2001. Due ragazzi morti ammazzati dallo Stato, due strane perizie balòistiche e due traiettorie deviate. Da un calcinaccio a piazza Alimonda quasi sette anni fa, da una rete metallica nell’autogrill di Badia al Pino sull’autostrada A1 l’11 novembre scorso. Curiosa coincidenza che accresce il disagio di una famiglia già provata dal lutto. Una ricostruzione che fa salire la rabbia di quanti chiedono giustizia per Gabriele, compresi quelli che fin dall’inizio alla giustizia non ci hanno mai creduto. Anche presa per buona, però, la spiegazione del consulente nominato dalla procura non dissipa le troppe nebbie di questa drammatica vicenda. La rete metallica ha deviato il colpo sparato dall’agente Luigi Spaccarotella? Se fosse vero, allora, molto resta da dire e da chiarire. Perché una cosa, evidentemente, è certa: il poliziotto ha sparato ad altezza uomo e non, come frettolosamente spiegato, in aria per disperdere il gruppo di tifosi. Per quanto alta sia la rete metallica in quel punto, infatti, in nessun modo un proiettile indirizzato verso il cielo avrebbe potuto passarci in mezzo. E allora, continuiamo a chiedere: perché sparare contro una macchina che si stava allontanando correndo il rischio di colpire e uccidere? Il processo darà queste e altre risposte. Almeno così ci auguriamo. Perché la giustizia, almeno quella, non finisca deviata da un calcinaccio o da una rete metallica e perché lo Stato, questa volta, si dimostri così forte da processare anche se stesso oltre che i criminali che quella domenica di novembre misero a ferro e fuoco molte città italiane scatenando una guerriglia assurda nel nome della solidarietà ultras. Se così non fosse, allora saremo costretti ad arrenderci e a dire che, forse, avevano ragione loro. Perché non vorremmo scoprire, presto, che anche i manganelli che a Ferrara hanno massacrato Federico Aldrovandi siano stati deviati da qualche misterioso oggetto.

mercoledì, febbraio 13, 2008

E' morto "il Papa" Michele Greco

E questa volta, speriamo, morto un Papa non se ne faccia un altro.
Come dimenticare la sua preghiera minaccia nell'aula bunker durante il maxiprocesso?

Nuovomondo in Veneto

C’era una volta Ellis Island, l’isolotto nella baia di New York dove per decenni milioni di aspiranti cittadini statunitensi erano costretti a sottoporsi ad umilianti visite sanitarie ad opera dei Medici del Servizio Immigrazione prima di poter sbarcare nel Nuovo Mondo. «I vecchi, i deformi, i ciechi, i sordomuti e tutti coloro che soffrono di malattie contagiose, aberrazioni mentali e qualsiasi altra infermità sono inesorabilmente esclusi dal suolo americano», si leggeva nel vademecum che veniva consegnato ai disperati appena sbarcati dalle navi provenienti da ogni parte del pianeta. Un dramma, per decine di migliaia di persone, poeticamente raccontato da Emanuele Crialese nel suo “Nuovomondo”. C’era una volta Ellis Island, si diceva, ma adesso potrebbe esserci di nuovo. E in Veneto, per giunta. Perché a Riese Pio X (piccolo comune nel trevigiano che prende il nome dal Pontefice e Santo Giuseppe Melchiorre Sarto cui diede i natali nel 1835) presto i cittadini extracomunitari potrebbero essere costretti a sottoporsi ad una serie di accertamenti clinici per ottenere il permesso di soggiorno. Lo ha deciso il consiglio comunale, praticamente un monocolore leghista che sostiene il sindaco del carroccio Gianluigi Contarin, che con sedici voti a favore ed uno contrario ha approvato un ordine del giorno in cui impegna il Comune a svolgere tutte le verifiche giuridiche per verificare se è possibile obbligare a sottoporsi agli esami clinici i cittadini che richiedano la residenza in città. «È un indirizzo - ha precisato il vice sindaco Luca Baggio - e va a vantaggio di tutti, anche per chi non sta bene. Un tempo ai nostri emigranti veniva chiesto lo stesso. In un documento del Ramadan - ha spiegato - si chiede a chi vi partecipa di essere in regola con le vaccinazioni. Perché queste regole vanno bene per gli altri e non per noi?». E la vicenda, secondo il vicesindaco, dovrebbe essere affrontata persino a Roma, «perché la questione non può riguardare solo il nostro comune».
Per questo l’ordine del giorno approvato prevede «che vengano predisposti idonei filtri sanitari nelle scuole e nei luoghi di lavoro e che venga vincolato il rilascio del permesso di soggiorno o l'attestazione di regolarità alla presentazione di idonea certificazione medico-sanitaria». Ma guai a parlare di razzismo. «Nella quasi totalità dei paesi extracomunitari, purtroppo, non esistono le più elementari regole igienico-sanitarie - spiega il vicesindaco Luca Baggio - e i flussi migratori hanno contribuito al riemergere di malattie ed epidemie da tempo scomparse nel nostro territorio».

Massimo Solani, l'Unità 13 febbraio

E quest'ultimo periodo vale anche per la frase intelligente di oggi. Complimenti al vicesindaco Baggio.

mercoledì, febbraio 06, 2008

Età pensionabile

Va bene che siamo già in clima elettorale, ma forse è presto per spararle già così grosse. Anche perché se iniziamo così dove si finisce?

Frase intelligente del giorno: «Quando il Governo deve schierarsi dalla parte del cittadino o della Casta a parole dice di essere con il cittadino ma nei fatti sta sempre con la Casta. La scelta della data del 13 aprile per il voto in alternativa a quella del 6 di aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non avrebbero maturato la pensione, votando invece come stabilito dal Consiglio dei Ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno la pensione. E poi parlano di voler fare l'election day per ridurre i costi della politica -ironizza- Ben altri saranno i costi di queste pensioni, non solo in meri termini quantitativi, ma anche per il messaggio dato al Paese, perchè questo è il tipico esempio di come fatta la legge viene subito trovato l'inganno». Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato (Lega Nord)

Puntuale smentita: «Con riferimento ad alcune note di agenzia apparse oggi secondo cui i parlamentari alla prima legislatura avrebbero maturato il diritto al vitalizio in conseguenza della fissazione della data per le elezioni al 13 aprile, si precisa che la notizia in questione non corrisponde a verità. In proposito si ricorda che il requisito minimo di 2 anni e 6 mesi di effettivo mandato, richiesto dalla normativa vigente, sarebbe stato conseguito dai parlamentari alla prima legislatura il 27 ottobre 2008. Pertanto tali parlamentari, se non saranno rieletti, non potranno maturare il diritto all'assegno vitalizio. Si rammenta infine che, a partire dalla prossima legislatura, il diritto all'assegno vitalizio si conseguirà dopo 5 anni di effettivo mandato, in conseguenza della riforma approvata dagli uffici di Presidenza delle due Camere il 23 luglio 2007». Nota congiunta dei Collegi dei Questori di Camera e Senato.

lunedì, febbraio 04, 2008

Si vota!

Così si andrà alle urne con la legge "porcata" (definizione orginale del suo creatore, l'odontoiatra costituzionalista Calderoli) che fino a due mesi fa tutti volevano cambiare. Si sente odore di urne, e di poltrone, ed ecco che si cambia idea. E capita pure che un segretario di partito che ieri era fra i promotori del Referendum adesso spinga per le urne subito. Vero monsieur Fini?

Frase intelligente di oggi: «La nostra lista dei popolari liberali aderisce al progetto di Silvio Berlusconi. Non entriamo in Forza Italia ma nel Partito del Popolare della Libertà». Carlo Giovanardi, che lascia l'Udc per aderire al Partito della Libertà. Che, stando a quanto detto da Berlusconi (seconda capriola, appena sceso dal predellino di San Babila, non si presenterà alle elezioni. Dove va allora Giovanardi? Qualcuno lo salvi.