
Succede, o meglio potrebbe succedere, a Baiano, una popolosa frazione di Spoleto in provincia di Perugia. Dove su un’area di circa 160 ettari sorge lo “Stabilimento militare per il munizionamento terrestre” (Smmt), lo Spolettificio per la gente del posto, che da decenni produce, smaltisce e immagazzina munizionamento militare. O meglio, produceva visto che la fabbricazione è praticamente ferma dal 10 aprile 2005 quando una terribile esplosione, causata da materiale difettoso dissero i periti, rase al suolo alcuni dei 150 edifici che compongono lo stabilimento. Non ci fu nessuna vittima, e fu praticamente un miracolo visto che l’onda d’urto mandò in frantumi i vetri delle abitazioni in un raggio di alcuni chilometri. Una tragedia sfiorata che non sembra preoccupare molto il ministero dell’Interno visto che proprio in queste ore sono in corso febbrili colloqui con le Prefetture per verificare la fattibilità di un progetto che sembra assurdo: stabilire proprio nello “Stabilimento militare per il munizionamento terrestre” di Baiano di Spoleto il nuovo Cpt (o Cie, centro di identificazione ed espulsione secondo la nuova dicitura ministeriale) che Maroni vorrebbe fosse realizzato in Umbria.
E poco importa se i 230 lavoratori occupati nello stabilimento, dopo una crisi che ne ha messo a rischio i posti di lavoro, vedono ora la luce in fondo al tunnel in attesa del via libera del ministero della Difesa per la ripresa della produzione di una nuova bomba a mano, il Viminale ha individuato nello Spolettificio la sede ideale per il nuovo Cie. Meglio dell’Isola Polvese di cui si era parlato nelle scorse settimane, una novella Alcatraz al centro del Lago Trasimeno, meglio dell’area della Protezione Civile a Colfiorito. Meglio anche delle palazzine della Scuola di Polizia di Spoleto.
Certo c’è il piccolo dettaglio di quelle mille tonnellate di materiale esplosivo (stando ai numeri contenuti in una interrogazione presentata qualche mese fa in consiglio regionale da alcuni esponenti del centrodestra) conservate nella pancia delle collinette che sorgono nell’area dello Spolettificio. Ma il ministero dell’Interno non sembra troppo preoccupato e anzi in queste ore ha incassato anche qualche “ni” da parte dei sindacati di polizia. Certo non dalla politica visto che contro il progetto del nuovo Cpt si è coagulato un fronte compatto e trasversale, dalla sinistra estrema al Pdl, che minaccia di mettersi di traverso in ogni modo al progetto dei tecnici del ministro Maroni. «È un’area assolutamente inadatta», attaccava nei giorni scorsi il consigliere regionale del Pd Giancarlo Cintioli. «Non se ne parla nemmeno», gli faceva eco il vicepresidente del consiglio provinciale di Perugia, nonché capogruppo di An in consiglio comunale a Spoleto, Giampiero Panfili.
Una contrarietà che sarà presto espressa anche a Marco Airaghi, l’ex parlamentare di Alleanza Nazionale che dal giugno scorso guida l’Agenzia Industrie della Difesa “proprietaria” dello Smmt, nella visita che è già in programma a Baiano di Spoleto. Perché sono molti i motivi di preoccupazione per la scelta del Viminale. «A questo punto - ironizzava ieri Bruno Piernera, segretario comprensoriale della Cisl, il sindacato più rappresentativo fra i lavoratori dello Spolettificio - possono portarci direttamente gli immigrati clandestini affiliati ad Al Qaeda. Non faranno fatica a trovare armi». Sempre che non saltino in aria prima.
Massimo Solani, l'Unità 8 settembre
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