mercoledì, aprile 18, 2007

Ddl Mastella sulle intercettazioni. Arriva il bavaglio


La libertà di stampa, secondo me, è come l'ossigeno. Non ti accorgi quando c'è, non lo vedi, non lo senti. E' insapore e inodore. Ma sai che c'è dal fatto che sei vivo, e sai che se non ci fosse ti accorgeresti subito della sua assenza. Per cui non mi meraviglio affatto se in un paese come l'Italia parlare di libertà di stampa, di informazione indipendente sia diventato come predicare le albe e i tramonti. Tutti le danno per scontate, nessuno ci fa più caso. Succede tutti i giorni, perché curarsene. Perchè affannarsi a parlare di libertà di stampa, allora? Siamo un paese democratico, dicono, è ovvio che ci sia. Perché parlarne, allora?
Perchè succede che il governo compatto, la maggioranza festante e l'opposizione partecipe approvino in Parlamento (per ora solo alla Camera) un decreto che vieta ai cronisti di pubblicare qualsiasi atto di un'indagine della magistratura, almeno fino alla chiusura delle indagini preliminari e al rinvio a giudizio. Almeno, perché in alcuni casi bisognerà aspettare addirittura la sentenza d'appello. Intercettazioni telefoniche comprese, nè integrali, nè a stralci e nemmeno un riassuntino. Se lo fa, il giornalista rischia fino a 30 giorni di carcere e 100mila euro di multa.
Dicono: "è normale, dobbiamo evitare la gogna mediatica della pubblicazione di intercettazioni telefoniche che nulla hanno a che vedere con l'inchiesta e i reati". Bene. Dicono ancora: "Il rispetto della privacy è un bene primario per la vita democratica dei cittadini". Benissimo. Ma qui non parliamo di una legge o di un codice deontologico che ponga paletti e restrizioni per separare ciò che è interesse dei cittadini sapere da ciò che invece è gossip, pettegolezzo e spazzatura. Qui si parla di chiudere a doppia mandata la bocca ai giornali, alla stampa, alle inchieste. Per intenderci: se questa legge fosse stata in vigore un paio di anni fa, non avremmo mai saputo che il banchiere Giampiero Fiorani mandava "baci in fronte" al governatore della Banca d'Italia Fazio per ringraziarlo (lui che doveva essere il controlato, e l'altro il controllore) di un atto a suo favore. Non avremmo saputo nulla di Ricucci e dei "furbetti del quartierino. Persino dello scandalo Calciopoli, e delle telefonate di Luciano Moggi ad arbitri, giocatori e designatori avremmo letto niente. Le inchieste si sarebbero fatte comunque, certo, la magistratura avrebbe proceduto in ogni caso. Vero. Ma noi, non avremmo saputo nulla. Avremmo assistito alla retrocessione della Juventus, ma non avremmo avuto il diritto di farci un'idea di quanto era successo. Niente, visto che le carte sui cui si è celebrato il processo portivo al momento sarebbero ancora secretate fino alla chiusura delle indagini preliminari al tribunale di Napoli.
E lo stesso vale, ad esempio, per Vallettopoli o come diavolo si chiama. Fabrizio Corona arrestato, Lele Morà indagato. Ok, va bene. Ma perché? Possiamo saperlo anche noi? Niente di niente. Nessuna intercettazione, nessun atto dell'inchiesta. Il silenzio, quello dell'informazione. Addio al diritto di cronaca, al diritto all'informazione. Resta soltanto il bavaglio e un certo retrogusto al sapore di sospetto.
E allora mi chiedo: che differenza c'è fra un governo di centrosinistra e uno di centrodestra? Io un'idea pensavo di averla, ma adesso ne sono un pò meno sicuro. Ma aspetto di vedere i girotondi prima di dirvela.

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