mercoledì, ottobre 11, 2006

"Ha vinto solo la Camorra"


Fra l'immondizia abbandonata per le strade, il tanfo acre e i roghi notturni dei cassonetti incendiati per protesta, «a vincere è solo la camorra». Davanti alla commissione Ambiente del Senato, il responsabile della Protezione Civile e commissario straordinario Guido Berto-
laso, qualche ora prima di salire al Quirinale per essere ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dice senza girarci troppo attorno quello che in molti hanno pensato in questi dodici anni di emergenza continua ai piedi del Vesuvio. «Quello che accade - ha spiegato infatti il responsabile della Protezione Civile - è una sconfitta per tutti. Non vedo nessun vincitore, se non la camorra. Ma noi faremo di tutto perché sia una vittoria di Pirro: e faremo di tutto affinché sia lo Stato a vincere la partita finale».
Più facile a dirsi che a farsi, però. Perché intanto in Campania il calendario dell’ emergenza “munnezza” si è allungato di una nuova casella, un nuovo giorno con i rifiuti in mezzo alle strade, agli angoli degli incroci e sotto le finestre. E se a Napoli città la situazione sembra migliorare, in provincia e in buona parte del resto della regione, tutto è fermo a parte i roghi, siano essi di protesta o di Camorra. La munnezza brucia, i vigili del fuoco la spengono (oltre 100 interventi soltanto a Napoli nella notte fra lunedì e martedì) e nessuno la raccoglie.
Per uscire dalla fase acuta dell’emergenza, ha spiegato Bertolaso nel giorno del suo insediamento a capo della struttura commissariale, ci vorranno una decina di giorni. E soprattutto serviranno nuovi siti per lo stoccaggio dei rifiuti. Il governo ne ha indicati tre nel decreto della scorsa settimana, ma quel piano è già zoppo. La discarica di Difesa Grande che ad Ariano Irpino dovrebbe ospitare i rifiuti delle province di Avellino, Benevento e Salerno, infatti, è stata sigillata dalla magistratura prima ancora che potesse riaprire i battenti. A rimetterla in attività ci aveva provato, senza riuscirci, l’ex commissario Corrado Catenacci (suscitando le proteste della gente culminate con una manifestazione cui il 23 settembre hanno partecipato più di mille persone), poi è toccato al governo vedersi stoppato dalla magistratura. Adesso i legali della commissariato hanno presentato ricorso al tribunale del riesame per ottenere la modifica del provvedimento del gip (ci varranno almeno due settimane), ma nel frattempo tutto è fermo. Anche la gente che da 10 giorni presidia i blocchi stradali. E ad Avellino, in molti hanno accusato Bertolaso di voler escludere la provincia dal piano straordinario di raccolta in risposta alle pressioni di quei sindaci che avevano spinto per l'intervento della magistratura per la chiusura di Difesa Grande. Insinuazioni seccamente smentite nei corridoi del commissariato.
Per un sito che non apre, però, ce n'è uno che da ieri sera è finalmente attivo. Mentre il tramonto abbracciava i quartieri di Napoli, infatti, sono arrivati a Villaricca i primi camion carichi dei rifiuti raccolti in città. Il nuovo sito, capace di ospitare 400mila metri cubi di materiale e ricavato negli spazi di una ex cava bonificata, è il secondo dei tre indicati dal consiglio dei ministri e, nella speranze del commissario Bertolaso, con la possibilità di accogliere circa 2mila tonnellate al giorno dovrebbe aiutare il capoluogo partenopeo ad uscire dall'emergenza assieme al deposito temporaneo (uno di quelli requisiti da Catenacci prima delle dimissioni) di Napoli Est in cui in questi giorni si è convogliato il grosso di quanto raccolto per le strade. Fra le proteste della gente che per qualche giorno ha presidiato Ponticelli costringendo il ministro del Welfare Livia Turco, in visita a Napoli, a girare al largo.
Ci vorranno invece ancora una decina di giorni prima che sia pienamente operativa la discarica di Paenzano 2 a Tufino, l'ultima di quelle individuate dal consiglio dei ministri. Il progetto di sistemazione per la messa in sicurezza dell’impianto richiesto dal governo nel giugno scorso (il sito esiste dalla metà degli anni ‘90, sequestrato dalla Procura di Nola nel gennaio del 2001 e dissequestrato nella primavera del 2005) è infatti praticamente ultimato e non appena arriverà il via libera della commissione tecnico scientifica del commissariato potrà iniziare la dislocazione di quanto rimasto nell'impianto di combustione dei rifiuti (Cdr) di Tufino. Che però è sotto sequestro, sempre per ordine della magistratura di Nola, dall'agosto scorso per una inchiesta che è costata un avviso di garanzia anche all'ex commissario Catenacci. A quel punto anche l'impianto di Cdr potrebbe ricominciare a lavorare. Sequestri permettendo, e salvo proteste dei comitati cittadini. Che ovviamente sono già sul piede di guerra.
Basterà a superare l’emergenza? Nel dubbio Bertolaso sta lavorando, assieme alla Conferenza Stato-Regioni, per convincere altre regioni italiane (e persino alcuni paesi stranieri come Polonia, Germania, Slovenia e Romania) ad “ospitare” parte dei rifiuti campani. Quelle stesse regioni, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia, che proprio Bertolaso due giorni fa aveva bacchettato per la scarsa disponibilità a collaborare. A quel punto, toccherà alle ferrovie italiane il compito di portare a destinazione quella immondizia rimasta ferma a terra.

Massimo Solani inviato a Napoli
l'Unità 11 ottobre 2006

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