lunedì, giugno 16, 2008

E adesso arrestateci tutti

Aderisco con entusiasmo all'appello lanciato da Marco Travaglio su l'Unità per sostenere la disobbedienza civile dei giornalisti contro la nuova (per fortuna ancora eventuale, ma la speranza è poca) legge sulle intercettazioni.

In un paese libero la stampa indaga e informa. Racconta fatti, svela retroscena, scava nelle vicende e nelle coscienze. In un paese libero la stampa libera risponde soltanto ai lettori e alla Costituzione. In un paese a libertà vigilata il potere spegne le televisioni e imbavaglia i giornalisti perché nessuno conosca i suoi vizi e punti il dito contro le sue azioni.

Non c'è paese libero senza una stampa libera.

Lo scrissi parlando del ddl Mastella sulle intercettazioni (assurdo anche quello, ma al peggio non c'è mai fine. Ce lo ha dimostrato il ministro della in-Giustizia Alfano) e lo ripeto oggi che un disegno di legge punta a disinnescare alcune delle più importanti inchieste della magistratura e minaccia le manette ai giornalisti. Colpevoli di voler fare il proprio mestiere, nulla di più nulla di meno.

Vogliono ridurci al silenzio? E noi non staremo zitti. Vogliono spedirci in carcere? Correremo il pericolo.

Personalmente, continuerò a pubblicare tutte le notizie di cui sarò possesso. E non ci sarà nessuna norma bavaglio che mi fermerà. Lo farò su l'Unità fin quando mi sarà permesso, e lo farò su questo blog fino al giorno in cui la polizia postale non interverrà. Da quel momento in poi, me ne inventerò un'altra. No problem. Ma state sicuro: io come molti altri non tacerò. Cronisti fino in fondo, a dispetto di chi ci vorrebbe pronisti.

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